Torri e Castelli del territorio
La costa calabrese che va da punta Alice al fiume Crocchio, fu per molti secoli meta di scorrerie piratesche, anche perché munita di buoni punti di approdo, che permettevano l’approvvigionamento di viveri ed acqua. Per questo motivo, nel piano di difesa costiera predisposto da Fabrizio Pignatelli nel corso del Cinquecento, in questo tratto di costa, furono previste una serie di torri di avvistamento, visibili tra di loro e che potessero segnalare con tempestività eventuali attacchi nemici alle fortezze maggiori. La distanza tra una torre e l’altra era di circa 12 chilometri. Tipologicamente si distinguono in normanne (a tronco di cono), angioine (a base circolare con cordolo), vice regnale (a base quadrata), vice regnale tarda (a base quadrata con cordolo). Queste torri, insieme ai castelli feudali, posti per lo più all’interno (Santa Severina, Caccuri, Apriglianello, Fasana, Strongoli, Melissa, Cirò, Apriglianello) e alle fortezze militari, sono elementi caratterizzanti del litorale del territorio di Crotone.
Torre Vecchia di Capo Alice (Cirò Marina) A base quadrangolare, è inserito in un paesaggio splendido. Torre a base quadrata, ne abbiamo notizia fin dal 1569, quando vi era come torriere Giovanni Diaz. Nel 1598 fu assalita e occupata da Pascià Cicala. La torre ha la parte inferiore con una leggera scarpa senza cordolo e senza traccedi caditoie. Aveva scala esterna, oggi è semi diroccata.
Castello del Principe (Cirò Marina)
In ottima posizione, un vasto pianoro, il castello domina la strada di collegamento a monte tra i due percorsi per raggiungere Cirò e la strada litoranea che corre più bassa. Il complesso è molto importante; il grosso impianto è a base quadrata con quattro torri sporgenti sugli spigoli. Evidenti in questo castello le caratteristiche residenziali esaltate. L’edificio di impianto cinquecentesco ha pianta quadrata con torrioni angolari, leggermente a scarpa.
Torre Nuova di Capo Alice (Cirò Marina)
Situata in una natura felice presso la foce del Lipuda, è una torre viceregnale a base quadrata, di cui si conservano solo i ruderi.
Torre Melissa (Melissa)
Imponente torre anomala a base circolare, destinata alla difesa costiera ma con caratteristiche proprie di castello-residenza. Se ne ha notizia fin dal 1598, quando Giovan Battista Campitelli, conte di Melissa vi fronteggia i Turcheschi di Bascià Cicala. Nel corso del settecento fu proprietà del principe di Strongoli che vi ospitò l’abate di Saint-Non, nel suo viaggio nell’Italia Meridionale.
Torre Borgatorio (Strongoli)
Bella torrea base quadrangolare, aggredita dalla speculazione edilizia, sorge ad almeno 6 chilometri prima del fiume Neto. Fu detta anche limara o Virga d’Oro. In buono stato di conservazione, ha un impianto simile alla precedente, ma con una vistosa sopra elevazione.
Residenza Castellata di Fasana (Strongoli) Complesso castello a pianta quadrata con quattro torrette angolari sugli spigoli e basamento a scarpa. Bella costruzione secentesca fu dimora di nobili famiglie locali. Mentre la parte interna si conserva quasi intatta, l’esterno ha uno scalone costruito evidentemente in epoca posteriore, e paramenti murari in mattoni rossi, che assieme a finti merli a coda di rondine, danno all’edificio un’aria disneyana. Situata in uno stupendo contesto ambientale, alla foce del fiume Neto, è attorniata da costruzioni agricole.
Panoramica aerea del Castello Carafa
Castello Normanno (Santa Severina)
Severo e maestoso complesso fortificato, eretto su resti di età bizantina, da Roberto il Guiscardo, ampliato e in parte rifatto nel 1496 da Andrea Carafa Conte di Santa Severina, che fece un bell’esempio di dimora feudale rinascimentale. Poderosa e pittoresca costruzione bastionata, definita da Paolo Orsi una delle opere militari più complesse, maestose e meglio conservate del Meridione, ha un robusto mastio quadrilatero quattrocentesco, quattro torrioni angolari coronati da mensole decorate e caditoie, il tutto inserito in una possente cinta muraria merlata, con merli triangolari di gusto arabeggiante. Reca sia lo stemma della famiglia Carafa, che quello iscritto della famiglia Sculco; nelle scuderie sopravvivono resti di affreschi medievali. La dimora gentilizia, posta al piano nobile, costituisce un valido esempio di decorazione di residenze private in Calabria, con i suoi grandiosi saloni decorati a stucchi e affreschi barocchi del pittore, forse calabrese, Francesco Giordano. Nel salone di rappresentanza si raffigura, nel medaglione centrale, il “Trionfo della casa Gruther”, vera apoteosi della famiglia committente, a cui si attornia una ricca decorazione rococò. Particolarmente significativa è la cappella privata, in cui sono rappresentate scene della vita di Gesù
Mappa dell’Area marina protetta di Isola di Capo Rizzuto
Torre Manna (Isola di Capo Rizzuto)
Sita in località torre Cannone, dove la costa continua pianeggiante e rocciosa fino a Capo Cimiti, la torre a base circolare, fu costruita nel corso del Quattrocento, e oggi allo stato di rudere.
Torre Vecchia (Isola di Capo Rizzuto)
Torre circolare di tipologia angioina, con parte inferiore a scarpa e cordolo litico, poggia su un basamento quadrangolare. La data di costruzione è il 1380, sotto il regno di Carlo III. Durante il decennio francese fu utilizzata a scopi doganali.
Torre Nuova (Isola di Capo Rizzuto)
Torre di tipologia viceregnale, a pianta quadrata, con parte inferiore a scarpa e doppio cordolo litico. Ha caditoie, scala esterna, e spigoli con pietra a blocchi.
Torre Ritani (Isola di Capo Rizzuto)
Torre quadrata con cordolo a cui sono stati aggiunti nel corso degli anni due corpi laterali e un tetto a capanna, che l’hanno trasformata in edificio di residenza.
Torre Brasolo (Isola di Capo Rizzuto)
Torre Telegrafo “resti”, è stata costruita alla fine del XVI secolo e fa anche essa parte dell’apparato difensivo costiero. Intorno il 1500, con la ripresa delle incursioni turche, gli Aragonesi con i viceré spagnoli ordinano la fortificazione della costa poiché le precedenti difese risultano insufficienti alle nuove armi da fuoco. Venne ideato quindi un sistema permanente di difesa costiera, che riprendendo il sistema normanno e feudale, viene definito in modo organico per volere del vicerè Don Pedro da Toledo, ma raggiunge la completa attuazione durante il viceregno di Parafan de Ribeira, duca di Alcalà (1553). Il piano generale, predisposto da Fabrizio Pignatelli, prevede la costruzione di torri costiere che siano visibili tra loro, per poter segnalare con tempestività, in tutto il regno di Napoli, l’arrivo di navi nemiche.
Castello di Le Castella (Isola di Capo Rizzuto)
La funzione di tutto il complesso, torre e castello e la posizione, agli effetti della difesa costiera, riveste la stessa importanza di quella della torre-castello di Roseto Capo Spulico. Il nucleo originario leggibile è la torre angioina protetta da un giro di mura, poi dilatata a porto protetto con puntini di cui uno incapsula la torre originaria. Splendido isolotto fortificato, il cui primo impianto castellato risale al periodo angioino (1250). Fu assediato nel 1290 dall’aragonese Ruggero di Lauria contro l’angioino Pietro Ruffo. Nel 1510 fu ricostruito da Andrea Carafa. Meta continua di incursioni saraceni, fu assediata nel corso del Cinquecento dai pirati Barbarossa e Dragut.
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